venerdì 11 settembre 2009

Non siamo morti, ci si godeva solo la piscina.

Il titolo del blog è abbastanza esplicativo.
I vostri beneamati Salam&Brianza non sono venuti a mancare, non si sono spenti nel fiore dell'età, non sono nemmeno crepati, schiattati, nè hanno detto addio alle spoglie mortali, si stavano soltanto sollazzando tra idromassaggi e triviali giochi d'acqua.

E' incredibile quanto la stupidità umana raggiunga vette inesplorate nel momento in cui un uomo (inteso nell'accezione di maschio di età inferiore ai 40 anni) si accosta ad una piscina.
Cadono tutte le riserve, e in men che non si dica lo si ritrova in acqua con il braccio roteante e il costume stretto in mano a gridare versi inesplicabili o frasi standard tipo "E' bellissimoooo".
E' ancora più incredibile la competitività che si genera in qualsiasi partita a racchettoni: i miei occhi increduli hanno visto uomini costruire un campo regolamentare con il solo ausilio di un filo, due sedie da sdraio e quattro asciugamani. Un campo che ben presto ha dettato la necessità di regole che sono state istituite e rispettate con religiosa devozione.

Dall'altra parte anche il sesso femminile, nel corso dei secoli ha stabilito una precisa relazione con la piscina e i giochi balneari.
La donna entra in acqua lentamente, non tanto perchè le dia fastidio l'acqua di per se ghiacciata, quanto perchè la natura da secoli la spinge a fare così. A nulla valgono le frasi sopra citate "E' bellissimooo" o la logica schiacciante secondo la quale "se ti tuffi subito soffri molto meno".
No, la donna deve entrare pian piano, non la si deve schizzare e non è detto che si bagni anche i capelli, precedentemente raccolti nel 90% dei casi in uno chignon.
Il gioco dei racchettoni è per la donna quello che dovrebbe essere per tutti: un puro e semplice gioco. Gioca, sbaglia e ride.
Lo vede come uno stancante passatempo senza regole, impostazioni, stili.
Non sente la necessità di un campo regolamentare, di un'impugnatura salda o di una pallina specifica.
E' palese e comprovato poi che la donna preferisca giocare a palla, di quella non si stanca mai, invece l'uomo di fronte all' incompetitività della pallavolo amatoriale risulta evidentemente deluso ed esce dall'acqua.

Un paragrafo a parte si potrebbe aprire sulla questione della crema solare, ma per evitare inutili giri di parole, perifrasi o spiegazioni dettagliate mi basterà dire che le donne la usano e gli uomini, eccezione fatta per rari casi, no.
Direttamente conseguenziale dall'uso o meno di crema c'è la scottatura, fenomeno che mi ha sempre affascinato per quanto segue. Se a scottarsi è una donna il dolore è lacerante, il male insopportabile, la pelle irrimediabilmente rovinata, sopraggiungono febbre, giramenti di testa, insonnia, emicrania. Se a scottarsi è un uomo non succede nulla.
A proposito ho ben fissa nella mia mente questa immagine:
Castiglione della Pescaia, la mia coinquilina dice ad un nostro amico completamente ustionato:"Compra il dopo sole perchè stanotte non dormi !".
Da lì io e lei strette in un turbine di immagini inquietanti che avevano come sfondo l'ustione, il girarsi e rigirarsi sul materassino, il caldo della tenda.
Ovviamente l'amico in questione non ha comprato nulla e ha dormito come un sasso.

Potrei andare avanti e snocciolare mille altri paragoni relativi alla capacità di uno stomaco maschile rispetto a quello femminile il 17 Agosto in spiaggia alle 14, alla preferenza tra lettino e sdraio, al caso particolare dell'ombrellone che se Dio ha voluto darci perchè non possiamo aprire (risposta di un maschio su tre "perchè fa ombra"), ai diversi gradi di sopportazione nei confronti delle sabbia fino alla concezione femminile, diciamo non del tutto positiva, dei gioielli, del trucco e del perizoma in spiaggia. Potrei ma non mi dilungo, lo trovo inutile.


Tutto questo, a mio parere, mette in luce un'unica cosa:
Cesare Cremonini si sbagliava.
Ecco, l'ho detto.